Il mantello dell’invisibilità

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L’invisibilità: un dono o una maledizione? Ultimamente ci penso spesso, in particolare da quando vivo in Irlanda. Il punto è che, quando ricominci del tutto in un Paese straniero, hai a che fare con persone che non hanno idea di chi tu sia. È gente che non ti ha vista crescere, che non sa qual è il tuo colore preferito, che non ti ha vista mettere a tacere il bullo della scuola. E allora ti tocca dimostrare tutto di nuovo, mettere in luce ciò che sei, mostrare il tuo valore. Ma conviene davvero? Perché certe volte restare nell’ombra può avere degli insospettabili vantaggi.

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Accettare il cambiamento

Il cambiamento: ecco qual è il vero motore delle nostre vite. Ne sono consapevole, l’ho sempre creduto e l’ho anche scritto nel mio libro, con convinzione assoluta. Eppure, nella vita quotidiana, è difficile guardarsi allo specchio e accettarlo. Accettare che siamo sull’onda di una metamorfosi continua, che niente dura in eterno, nulla resta uguale e che noi dobbiamo adattarci. Non esiste una scuola che possa insegnarci come affrontare il cambiare continuo dello stato delle cose. Si chiama vita: è l’unica scuola di cui disponiamo.

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Breve elogio del fallimento

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Il fallimento è uno spettro che ci insegue da sempre, inutile negarlo. Ci spaventava quando eravamo bambini a scuola e temevamo le verifiche di matematica. È andata avanti così per tutti gli anni della scuola, fino al diploma. E poi la paura di non riuscire a inserirsi in un gruppo di amici, di non avere una comitiva, di non far colpo sulla persona che ci piace. Tutta la vita è costellata dal terrore del fallimento. Eppure, se ci fermiamo a pensarci per un attimo, la perdita più grave sarebbe proprio l’essere sempre vincenti. Perché a quel punto non avremmo più nessuna ragione per vivere.

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Perché è importante programmare un giorno di puro relax

Il relax è qualcosa che spesso e volentieri diamo per scontato. Vuoi per un eccessivo senso del dovere, vuoi perché ci fa sentire in colpa l’idea di languire su un divano. Fatto sta che spesso ci dimentichiamo che anche il corpo, come un cellulare, ha bisogno di essere ricaricato. Non parlo delle ore di sonno, benché anche loro abbiano un’enorme importanza. Parlo soprattutto di un giorno alla settimana da dedicare esclusivamente a noi stessi. Il benessere va praticato. Se dunque è importante programmare i propri impegni lavorativi e sociali, d’altro canto è ugualmente essenziale dedicare del tempo al relax. Il che non significa ritagliarsi venti minuti per una puntata di una serie tv. Significa programmare, letteralmente, un intero giorno solo per noi.

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Come il SEO ci ha rovinato la spontaneità

Nalin

In questi giorni penso spesso al SEO. “Non hai niente di meglio a cui pensare”, direte voi. Giusto. Almeno finché non mi prendo la prossima sbandata Irish del secolo, penso a queste cose. Per chi ancora non sapesse cos’è, rimando a questo link. Chiunque gestisca un blog sa per certo quanto sia importante rispettare le regole del SEO. Perché altrimenti scompari nel mare magnum dei post presenti in rete. Se non sai come restare a galla, affoghi. E va bene così, davvero, è cosa buona e giusta. Eppure, certe volte, mi prende la nostalgia dei tempi in cui non sapevamo nemmeno che ci fossero, delle regole. I tempi in cui eravamo blogger per pura passione, senza niente da guadagnare né da vendere né da comprare. Quando un blog serviva solo per condividere con gli altri ciò che ci piaceva davvero. Non perché fossimo influencers, ma perché ci andava di parlarne, e basta. Bei tempi, quelli.

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5 aforismi per il 2018

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Aforismi: quando penso a questa parola, mi vengono in mente i Baci Perugina. La Rochefoucauld. Le citazioni trite e ritrite che troviamo su Facebook un giorno sì e l’altro pure. Bukowski. Alda Merini. Meraviglie che diventano banali a furia di essere masticate e risputate. Così, ho pensato di scegliere cinque aforismi per il 2018, ma di sceglierli con cura. Non tutti saranno brevi come un vero aforisma dovrebbe essere, ma ce li faremo andar bene. Ho scavato tra le mie letture per trovare cinque citazioni che possano illuminare quest’anno. E voi avete scelto le vostre “citazioni guida” per il 2018? Scrivetele nei commenti!

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Praticare l’allegria

L’allegria è qualcosa che si impara col tempo, come la matematica e i nomi delle capitali del mondo. Nasciamo innocenti, perfettamente in grado di divertirci con poco. Tuttavia, col passar degli anni, perdiamo l’abitudine alla felicità. I compiti in classe, le interrogazioni, e poi gli esami universitari, il lavoro. Veniamo travolti dalla furia della vita quotidiana, dal suo costante ripetersi. Impariamo a detestare i cambiamenti, a nasconderci dal mutare continuo della vita. Soprattutto, dimentichiamo che l’allegria va praticata, come ci ricorda quella vecchia canzone di Jovanotti. Ma come si fa a esercitare la felicità?

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[VIDEO] Chi non si arrabbia ha qualcosa da nascondere… o forse no

Chi non si arrabbia ha qualcosa da nascondere. Quante volte abbiamo letto questa frase sui social o l’abbiamo sentita dagli amici? I social ci hanno dato così tanta libertà di parola che ormai ci siamo abituati a esprimere la nostra opinione su tutto. Così, quando incontriamo qualcuno che non ha voglia di esporsi, lo guardiamo con sospetto. Riteniamo possa trattarsi di una persona ‘falsa’, semplicemente perché è gentile con tutti. Sì, probabilmente questa è la risposta corretta. Ma se non fosse così? Leggi tutto “[VIDEO] Chi non si arrabbia ha qualcosa da nascondere… o forse no”

[VIDEO] Le fashion blogger d’inverno (e altri misteri della fede)

Le fashion blogger d’inverno sono per me motivo di continua meraviglia. Spesso, spulciando le foto che mi sbucano a tradimento su Instagram e Facebook, mi sono fatta diverse domande. Prima fra tutte: come diavolo fanno a sopravvivere durante l’inverno con quei cappottini leggeri e le scarpette col tacco? Come fanno a non cadere sull’asfalto bagnato e a non spaccarsi una gamba? Perché io vado in giro con le scarpe da trekking di Decathlon e loro hanno il taccazzo a spillo del secolo? Per rispondere a queste e ad altre domande di importanza fondamentale per la salvezza del pianeta, ho girato questo video.

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Volevo essere una party girl

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Volevo essere una party girl. All’inizio, però, quando ancora di me non avevo capito niente. Mi sono accorta di essere fuori dal coro quando avevo dodici anni, durante la festa patronale al paese. All’epoca vivevo in un paesino del sud Italia, vicino Bari. Era la festa del santo del posto ed ero uscita con i miei amici. Pop corn, lattine di Coca che a quei tempi costavano sessanta centesimi, caramelle gommose. Strano immaginarmi senza sigaretta, ma avevo dodici anni, ancora. Ed è stato lì, davanti alla giostra delle macchine da scontro, che ho capito che ero fuori dal mondo. I miei amici facevano a gara per chi dovesse giocare per primo, e io non volevo andarci. Odiavo le macchine da scontro, odiavo le giostre, odiavo le feste. Ed è stato allora che ho capito che non sarei mai stata come gli altri.

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