De gustibus non est disputandum (ovvero del coraggio di avere un’opinione)

Non si possono giudicare i gusti altrui. Questo è quello che continuiamo a sentirci ripetere sin dalla notte dei tempi, ma ci crediamo davvero? Ci ho pensato tanto, a lungo. Ancora ci penso, soprattutto quando scorro la bacheca di Facebook. Facebook è una miniera di giudizi che volano e rimbalzano da un profilo all’altro. Ti piace quello scrittore? Non capisci un cazzo. Ti è piaciuto quel film? Non capisci un cazzo reloaded. Quello che penso è che a volte può anche piacerci qualcosa che fa schifo. Così, per sfizio. Non per questo saremo meno intellettuali di tutti quegli altri a cui piacciono sempre le cose giuste.

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[VIDEO] Fashion blogger: come diventarlo (se sei povera)

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Fashion blogger: chi di voi non ha mai sognato di diventarlo, neppure per un istante? Ma sì, la fashion blogger seria, quella che viene contattata dalle aziende. Quella che indossa un sacco di outfit spettacolari e ha la borsetta Chanel. Suvvia, nessuna ragazza non ha mai voluto essere Chiara Ferragni almeno per un giorno. Però… il guaio è che noi siamo povere. Noi, la borsa di Chanel, nemmeno tarocca dal marocchino ce la possiamo permettere. Al massimo, ci concediamo un vestitino nuovo a nove euro da Primark. E allora come si fa? Ve lo spiego subito…

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Primark Haul – settembre 2017. Cancelleria, abiti, cosmetici

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Per la serie “non solo libri”, ecco qui il primo (e purtroppo non ultimo) Primark Haul dell’anno. Ho raccolto nel video il risultato di due sessioni d’acquisto, per cui troverete davvero tanta roba. Se volete saperne di più su prezzi, taglie ecc non esitate a commentare nel post 🙂 Se invece volete dare un’occhiata agli haul precedenti, potete trovarli qui. Non dimenticate di iscrivervi al canale YouTube!

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Raso color melanzana

Photocredit: Bianca Cataldi

Non so perché l’ho fatto. Un giorno sono entrata da H&M, ho visto questa gonna abbandonata a se stessa con un cartellino con su scritto “4€” e l’ho presa. Anche se sembrava uno scampolo di stoffa dimenticato da un sarto ubriaco. Anche se non sapevo con che cosa l’avrei indossata e anche se le probabilità di sembrare una zingara che rapisce i bambini era effettivamente sopra i limiti consigliati.

Comunque.

Il fatto è che sta arrivando la primavera e siamo tutti più pazzi, un po’ come a Natale siamo tutti più buoni, e allora cosa vuoi che sia, una gonna di finto raso color melanzana tagliata male. Perché il punto, vedete, è che questa gonna non ha una forma. Doveva pur esserci una giustificazione per un prezzo del genere. Così oggi ho tirato fuori dall’armadio questa roba di stoffa scadente perché chi se ne frega, è primavera, e ho degli stivaletti nuovi ed è bello indossare qualcosa di strano e imperfetto, qualcosa che magari stona con i capelli rossi e con gli occhiali da sole con la montatura verde che ho comprato a 6 euro a Firenze.

Vado a lavorare con la gonna storta, ma tanto a Michè va bene lo stesso, e tra una divisione in colonna e una pagina di storia mi dice che sono strana con la gonna, non mi ha mai vista così, ma va bene lo stesso.

La gonna fa un fruscio strano mentre cammino, mentre il vento la sballottola qui e lì e la cenere della sigaretta vola e scivola sul raso finto.   “Puoi farci uno straccio per i piatti, con una roba così”, mi ha detto mia madre. E il bello è che è vero, ma non m’importa lo stesso. Il LimeCrime, tonalità Salem, che non viene via nemmeno con la salvietta struccante, figuriamoci con i baci (ma il mio preferito è il Riot). C’è un buon odore di primavera nell’aria. I miei campioncini di profumo che mamma colleziona da Bottega Verde. La voglia di viaggiare, di essere altrove anche mentre sono qui, dove sono cresciuta. Una sfogliatina noci e succo d’acero. Il ragazzo straniero con la erre francese e le gambe magre nel treno delle 11.33. La felicità è quella cosa che si fa vedere soltanto se sei abbastanza perspicace da accorgertene, in mezzo a tutta questa nebbia.