Libri, libri e ancora libri. Come ogni mese, siamo giunti al giorno del giudizio. Il 2018 è iniziato bene con letture decisamente piacevoli e interessanti. Come potrete notare, i libri che mi hanno accompagnata per tutto gennaio sono soprattutto “strascichi” natalizi. Troverete racconti ambientati al tempo di Natale, foreste coperte di neve e heartwarming stories. Mi si perdoni: il Natale mi rende stucchevole e gli effetti collaterali durano per una ventina di giorni almeno.
I libri di B.
“Firenze era una dama da corteggiare e amare come gli amori di un tempo: con calma e tenacia”.
LA TRAMA:
Come regalo di compleanno, Luigi regala a Sveva due giorni a Firenze. Sono innamorati, l’unico problema è la distanza: Luigi lavora per l’esercito. Il loro amore è così forte da superare tutto e progettare una vita insieme. In quei giorni a Firenze, baciati dall’autunno, Sveva compra una borsa in un negozio di oggetti usati: al suo interno sono nascoste delle lettere che risalgono alla seconda guerra mondiale. Dalle parole si capisce che si tratta di un amore mancato e minacciato dalle leggi razziali, e lettera dopo lettera i due ragazzi ripercorrono un’epoca dove i sentimenti non erano facili da vivere alla luce del sole.
LA MIA OPINIONE:
Ancora una volta, come per i suoi libri precedenti, Maria Capasso ci dà un saggio della sua incredibile immaginazione, della sua fantasia e dell’amore che prova per i suoi personaggi e per le storie che racconta. Il punto forte di questo libro è senz’altro l’atmosfera autunnale, confortevole, che permette di sognare a occhi aperti ciò che avviene tra le pagine. Come sempre, quest’autrice non delude.
LA TRAMA:
“Il leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere straordinario: diverso rispetto a quello d’averlo letto in gioventù. La gioventù comunica alla lettura come a ogni altra esperienza un particolare sapore e una particolare importanza; mentre in maturità si apprezzano molti dettagli e livelli e significati in più. Ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi noi siamo certamente cambiati, e l’incontro è un avvenimento del tutto nuovo.” (L’autore).
LA MIA OPINIONE:
Conosciamo tutti questo libro per via del saggio che dà il titolo al volume. Tuttavia, vi consiglio di recuperarlo anche e soprattutto per gli altri articoli contenuti in questa edizione. Ci sono recensioni, saggi critici e spunti interessanti per nuove e passate letture. Attraverso queste pagine, è davvero possibile ricostruire un periodo della storia della critica e dell’editoria italiane.
“You remind me of a smoked cigarette”.
LA TRAMA:
‘The Curious Case of Benjamin Button’ sees a baby born in 1860 begin life as an old man and then age backwards. F. Scott Fitzgerald hinted at this kind of inversion when he called his era ‘a generation grown up to find all Gods dead, all wars fought, all faiths in man shaken’. Perhaps nowhere in American fiction has this ‘Lost Generation’ been more vividly preserved than in Fitzgerald’s short fiction. Spanning the early twentieth-century American landscape, this collection captures, with Fitzgerald’s signature blend of enchantment and disillusionment, America during the Jazz Age.
LA MIA OPINIONE:
Non sono lucida quando parlo di Fitzgerald perché è uno dei miei più grandi amori letterari. Ciò che posso dire con estrema sicurezza è che il vecchio Fitz sa bene come scrivere un racconto breve. Sempre amaro anche nella spensieratezza, cupo nel bel mezzo della luce, è uno degli autori che più amo e rispetto. Inutile dirvi quanto sia preferibile leggerlo in lingua originale.
“Ogni individuo è nello stesso tempo il beneficiario e la vittima della tradizione linguistica nella quale è nato; il beneficiario in quanto il linguaggio gli dà accesso ai ricordi accumulati dall’esperienza degli altri; la vittima in quanto lo conferma nella convinzione che la ridotta consapevolezza sia la sola consapevolezza e perché stuzzica il suo senso della realtà, in modo che egli è fin troppo pronto a prendere i suoi concetti per dati, le sue parole per cose vere”.
LA TRAMA:
Nel 1953 Aldous Huxley sperimentò gli effetti della mescalina, una droga ben nota agli indiani del Messico. In uno stato di allucinazione, lo scrittore arriva a vedere una nuova essenza delle cose, in un mondo in cui le categorie di spazio e di tempo non predominano più e nel quale tutto ciò che gli accade è scisso da ogni sensazione utilitaristica. La natura dell’uomo e delle cose appare così sotto una luce nuova, arricchita di elementi altrimenti inconoscibili che Huxley riferisce invitando il lettore a liberarsi dai condizionamenti culturali per aprirsi alle infinite frontiere della creatività.
LA MIA OPINIONE:
Due saggi estremamente interessanti sull’effetto della mescalina e delle droghe in genere e, più in particolare, della percezione umana. Quanto del mondo riusciamo effettivamente a percepire? Quale parte della realtà riesce a superare le nostre barriere e a raggiungere la consapevolezza? Una lettura piacevole, anche se non leggera, che fa riflettere.
“Continuavano a camminare. Perché mettendo un piede davanti all’altro, nella giusta direzione, non si può che avanzare”.
LA TRAMA:
Il Natale può essere festeggiato in tanti modi, ma Benedikt ne ha uno tutto suo: ogni anno la prima domenica d’Avvento si mette in cammino per portare in salvo le pecore smarrite tra i monti, sfuggite ai raduni autunnali delle greggi. Nessuno osa sfidare il buio e il gelo dell’inverno islandese per accompagnarlo nella rischiosa missione, o meglio nessun uomo, perché Benedikt può sempre contare sull’aiuto dei suoi due amici più fedeli: il cane Leó e il montone Roccia. Comincia così il viaggio dell’inseparabile terzetto, la «santa trinità», come li chiamano in paese, attraverso l’immenso deserto bianco, contro la furia della tormenta che morde le membra e inghiotte i contorni del mondo, cancellando ogni certezza e ogni confine tra la terra e il cielo.
LA MIA OPINIONE:
Vi ho già parlato di questo libro, e posso dirvi che è stata davvero una delle migliori letture di gennaio. Delicato, intenso pur nella sua brevità, è una storia di attesa e fedeltà, di resistenza e coraggio. L’ho amato e ho preso moltissimi appunti. Non fatevi ingannare dal numero esiguo di pagine: è un romanzo che ha tanto da insegnare.
“The things I’ve seen cannot be unseen. The things I’ve done cannot be undone”.
LA TRAMA:
Eleanor Oliphant leads a simple life. She wears the same clothes to work every day, eats the same meal deal for lunch every day and buys the same two bottles of vodka to drink every weekend.
Eleanor Oliphant is happy. Nothing is missing from her carefully timetabled life. Except, sometimes, everything.
One simple act of kindness is about to shatter the walls Eleanor has built around herself. Now she must learn how to navigate the world that everyone else seems to take for granted – while searching for the courage to face the dark corners she’s avoided all her life.
Change can be good. Change can be bad. But surely any change is better than… fine?
LA MIA OPINIONE:
Questa piccola meraviglia è in arrivo anche in Italia e vi consiglio caldamente di leggerla. Mi rivedo molto in Eleanor Oliphant, nei suoi gesti ripetuti, nel quotidiano conforto della routine. Come lei, tendo a rifugiarmi nelle abitudini per non essere sommersa dal carico di novità che il mondo mi propina. Eppure, Eleanor ci insegna che non è possibile sfuggire alla vita. Anche quando non la stai cercando, è lei a venire da te. Leggetelo, quando uscirà: ne vale la pena.
LA TRAMA:
Europe in 1945 was prostrate. Much of the continent was devastated by war, mass slaughter, bombing and chaos. Large areas of Eastern Europe were falling under Soviet control, exchanging one despotism for another. Today, the Soviet Union is no more and the democracies of the European Union reach as far as the borders of Russia itself.
Postwar tells the rich and complex story of how we got from there to here. Running right up to the Iraq war and the election of Benedict XVI, Postwar makes sense of Europe’s recent history and identity, of what Europe is and has been. It is nothing less than a masterpiece.
LA MIA OPINIONE:
Tradotto anche in italiano, è un vero e proprio capolavoro che racconta la storia d’Europa dal 1945 a oggi. Lo fa con lucidità, accuratezza e con una particolare cura al dettaglio, senza mai risultare pedante. Lo consiglio anche a chi non ama particolarmente i saggi storici, perché è scritto in modo semplice, diretto e comprensibile.
LA TRAMA:
Thought to be lost for over 50 years, here is the first novel by one of the greatest American writers of the 20th century.
Set in New York during the summer of 1945, this is the story of a young carefree socialite, Grady, who must make serious decisions about the romance she is dangerously pursuing and the effect it will have on everyone involved.
LA MIA OPINIONE:
Tradotto anche in italiano e pubblicato da Garzanti col titolo Incontro d’estate, è il romanzo giovanile di Truman Capote. Mi hanno sempre affascinata le opere prime degli autori che più amo, e aspettavo di leggere questo romanzo da tempo. Okay, sicuramente non è un capolavoro, eppure è attraversato da raggi di luce potentissima. Soprattutto, è già possibile intravedere, in queste pagine, l’autore di Colazione da Tiffany. A proposito di quest’ultimo, ve ne prego, leggete il libro. Il film è un capolavoro, ma è qualcosa di completamente diverso.
“There are times when doing something crazy is right, provided you do it all the way”.
LA TRAMA:
When thirteen-year-old Peter discovers an old manuscript in his family home it instantly captivates him. The manuscript tells the compelling story of a German soldier’s homecoming after escaping from a POW camp, but the document is incomplete.
Years later, the adult Peter rediscovers the text and goes in search of the missing pages – but far from unearthing an ending, he finds himself at the beginning of a quest that leads him across Europe to New York City, to the mystery of his father’s disappearance, a love story, and the question of his own identity…
LA MIA OPINIONE:
Tradotto in italiano da Garzanti con lo splendido titolo La nostalgia del ritorno, è un romanzo pressoché sconosciuto dell’autore di The reader – A voce alta. C’è un motivo per il quale è poco letto: è un’opera grezza. Mi spiego: l’idea è stupenda, le prime cinquanta pagine tolgono il fiato, ma poi l’autore si perde. Manca totalmente l’editing (e per editing intendo editing dei contenuti, non correzione di bozze, come pensano in molti). Un vero peccato, perché sarebbe potuto essere un capolavoro, e invece è un aborto.
LA TRAMA:
The idea of human cruelty to animals so consumes novelist Elizabeth Costello in her later years that she can no longer look another person in the eye: humans, especially meat-eating ones, seem to her to be conspirators in a crime of stupefying magnitude taking place on farms and in slaughterhouses, factories, and laboratories across the world.
LA MIA OPINIONE:
Letto e studiato per un seminario di filosofia all’università, è un’opera di metafiction complessa e articolata da leggere con molta, molta calma. Malgrado la brevità, è di una profondità incredibile e il più delle volte si ha la sensazione che l’autore stia giocando con il lettore, inseguendolo come un gatto fa col topo. Conoscevo Coetzee per il suo Foe, e con questo libriccino si conferma un autore geniale e complesso da leggere con gli occhi ben aperti.
I telefilm di B.
Questo mese mi sono dedicata esclusivamente al recupero degli arretrati di How I met your mother, un telefilm che ho iniziato nel 2012 e che poi ho perso di vista. Adoro questo genere di serie: mi divertono, mi commuovono quando serve e mi fanno riflettere. Attualmente sono a metà dell’ottava stagione e, benché abbia riscontrato un calo inevitabile negli ultimi episodi, trovo ancora che sia uno splendido telefilm. Da vedere e rivedere con un tè bollente e una tavoletta di cioccolata fondente.
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