Yellow is the way: perché amo l’estate

Da ragazzina detestavo l’estate. 

Non sapevo nuotare, non mi piaceva sudare sotto il sole cocente in spiaggia con la sabbia che mi scartavetrava le piante dei piedi e il sudore che mi incollava i capelli sulla fronte.

D’estate pensavo all’autunno, al silenzio buono delle strade rese scivolose dalla pioggia.

Mi mancava il rosso dei tappeti di foglie cadute, il sapore della cannella nella cioccolata calda e il pizzicore della lana sulla pelle delle braccia.

Eppure, crescendo, ho capito dov’era l’errore. Ed era lì, dov’è sempre stato: nel vivere ignorando il presente nell’attesa di un futuro che, quando arriverà, comunque non sarà come l’avevamo immaginato.

Dell’estate ha iniziato a piacermi un colore: il giallo.

Il giallo denso e buono del sole nelle ore più calde, alle tre del pomeriggio quando è una prova di coraggio anche solo fumare una sigaretta sul balcone.

Il giallo del tuorlo dell’uovo mentre si prepara un dolce, il calore buono del forno in cucina e l’attesa del profumo che riempirà tutta la casa.

Il giallo del telo mare, le gambe stese nella sabbia e i piedi che dimenticano il fastidio per cercare sollievo all’ombra. Il mare che col tempo ho imparato a conoscere, malgrado abbia ancora serie difficoltà nel fingere di non essere terrorizzata dall’acqua.

Ma è questo il punto, no? Vincere la paura. Il fastidio. L’ossessiva ricerca del futuro.

Ricordarsi di non anticipare il tempo, di vivere il presente per quello che è: l’attimo, la sfida del momento, l’hic et nunc. Il “sì” alla vita.

Adesso amo l’estate. Non perché abbia smesso di amare l’autunno o di considerarlo in ogni caso la mia stagione preferita.

Amo l’estate per quello che è: un momento da vivere. Il momento presente.

Giallo sole.

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