Eravamo tutte Piccole Donne

Piccole donne: il mio romanzo preferito da sempre e per sempre. Non riesco a contare tutte le volte che l’ho riletto, e quante volte ho visto il film. E quante volte ho riletto Piccole donne cresconoPiccoli uomini. Ho un debole per la Alcott, ma questa non è una sorpresa. Il blog che ha portato a questo si chiamava B. among the little women, come alcuni di voi ricorderanno. Di recente ho recuperato in biblioteca una copia delle lettere della Alcott, donna straordinaria e dalla personalità incredibilmente sfaccettata. E oggi, anche per celebrare il 150 anniversario dalla pubblicazione del libro, seppur con qualche giorno di ritardo, voglio parlarvi delle Piccole Donne che ho amato per tutta la vita…

Piccole donne leggono

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Illustrazione di Jessie Wilcox Smith

Non riesco a immaginare come sarebbe stata la mia infanzia senza i libri. I romanzi sono stati parte integrante non solo della mia formazione, ma anche dei miei ricordi. Ricordo quando mamma lavorava e io rimanevo spesso sola a casa, e leggevo. A ogni momento della mia infanzia riesco ad associare un libro. Il cavallo senza testa, quel romanzo bellissimo per ragazzi che è uscito da ogni catalogo editoriale da secoli e che non riesco più a rintracciare. Pollyanna, e l’angoscia ogni volta che precipitava dalla finestra della sua camera. Jane Eyre, che ho iniziato tre volte e ogni volta ho abbandonato perché ero troppo piccola per capirlo, finché non l’ho ripreso a undici anni ed è stato amore. Il giornalino di Gian Burrasca, che mi ha fatto piangere dalle risate in un pomeriggio di pioggia dei miei otto anni, mentre ero sola con mia sorella e lei studiava per i fatti suoi. Sette mamme per Camilla, uno dei miei libri preferiti, riletto chissà quante volte. Senza famiglia e tutte le volte che ho tirato su col naso. I libri sono stati il cemento col quale ho iniziato a costruire la mia vita.



Io, la Alcott e l’amore

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Della Alcott mi sono innamorata con Piccole donne e ho poi continuato ad amarla incessantemente negli anni a venire. La mia edizione di Piccole donne era in realtà un librone enorme pieno di illustrazioni, di quelli che si leggevano ai bambini, avete presente? Credo fossero della Fabbri, ma non ne sono sicura, e a duemila chilometri di distanza non posso verificare. Detto ciò, si trattava di libroni che sembravano bibbie e che erano davvero scomodi da leggere, soprattutto se avevi sette-otto anni e due braccine e due gambette da Biafra, come me. Dopo Piccole donne, è stato il turno di Piccoli uomini e, soprattutto, di Una ragazza fuori moda. Quest’ultimo, in particolare, mi è stato di grande compagnia durante l’infanzia. Ricordo ancora Polly e Fanny e pagine intere di quel romanzo, benché non lo rilegga da anni. Come dicevo, i libri entrano a far parte delle nostre vite e dei nostri ricordi.



Ecco perché vi dico:

comprate libri ai vostri figli. Non costringeteli a leggerli, ma semplicemente leggete voi per primi e loro vi imiteranno. Proibite loro qualche titolo, e vedrete che andranno a cercarlo in pochi secondi. Non seguite quella stupida distinzione che ancora esisteva quando ero bambina io: libri per femminucce, libri per maschietti. Perché non esistono categorie del genere. Lasciate che vostra figlia legga I pirati della Malesia, che vostro figlio legga Piccole donne. Nessun bambino, finché avrà un libro sul comodino, sarà mai solo.

 

27 risposte a “Eravamo tutte Piccole Donne”

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