Libri, film, telefilm: Febbraio 2018

Febbraio è stato il mese delle letture in inglese e del recupero degli ebook sul Kindle. Di sicuro il viaggio a Padova e ad Abano Terme ha aiutato a smaltire un po’ di arretrati e adesso ecco qui il resoconto del mese più corto dell’anno. Come ogni mese, ho tirato le somme e ora sono pronta a condividere con voi le mie letture e le mie maratone Netflix. Voi che cosa avete letto? Quali film/telefilm avete visto? Suggerite ché la wishlist ha sempre fame.

I libri di B.

febbraio

LA TRAMA:

Written in 1849, when Louisa May Alcott was just seventeen years old, this is a captivating tale of Edith Adelon, an impoverished Italian orphan who innocently wields the charms of virtue, beauty, and loyalty to win her true birthright. Her inheritance, nothing less than the English estate on which she is a paid companion, is a secret locked in a long-lost letter. But Edith is loath to claim it _ for more important to her by far is the respect and affection of her wealthy patrons, and the love of a newfound friend, the kind and noble Lord Percy. This novel is Alcott writing under the influence of the gothic romances and sentimental novels of her day. The introduction considers early literary influences in the light of Alcott’s mature style

LA MIA OPINIONE

Come ho già scritto a proposito di Truman Capote, amo particolarmente i romanzi giovanili degli autori che più stimo. Adoro Louise May Alcott, sono una fan sfegatata di Little womenLittle men (per tacer di Una ragazza fuori moda). Insomma, non potevo esimermi dal leggere il romanzo scritto da un’ingenua e diciassettenne Alcott. Ovviamente non mi è piaciuto. L’ho trovato stucchevole a livelli insostenibili, sempliciotto nel plot e grondante goccioloni di miele. L’ho letto, però, con vivo interesse perché vi ho ritrovato le tracce di ciò che la Alcott sarebbe diventata. In una recensione su Goodreads, qualcuno ha scritto ‘questo è il romanzo di Jo’. Verissimo. Questo non è il romanzo della Alcott come la conosciamo, ma l’opera che avrebbe potuto scrivere Jo di Piccole donne. Il che, lo ammetto, lo rende pur sempre un romanzo affascinante, con tutti i suoi difetti.

LA TRAMA:

Prosperous, good-looking and empty inside, 28-year-old advertising executive David Bell appears on the surface to have everything. But he is a man on the brink of losing his sanity. Trapped in a Manhattan office with soulless sycophants as his only company, he makes an abrupt decision to leave New York for America’s mid-west. His plan: to film the small-town lives of ordinary people and make contact with the true heart of his homeland. But as Bell puts his films together in his hotel room, he grows increasingly convinced that there is no heart to find. Modern America has become a land that has reached the end of its reel…

LA MIA OPINIONE:

Il primo aggettivo che mi viene in mente per questo libro è “denso”. È come un cucchiaino di miele che fatica a scendere nella tazza di tè. Tante informazioni, tanta storia, pochi personaggi veramente importanti. Mi è piaciuto, ma ho dovuto centellinarne la lettura. È stato il mio primo DeLillo, tra l’altro, quindi dovevo un po’ entrare in confidenza con la sua prosa. Molto promettente, però. Vi si legge l’America per intero, come in certi romanzi di Kerouac (mi riferisco alla Città e la metropoli).

LA TRAMA:

Isabel traccia volti con la delicatezza di una piuma, e crea storie che sembrano esserle raccontate da un’intelligenza universale, più che dalla sua semplice fantasia.
“Petali dalla Luna” è una di queste.
Anzi, non è una storia.
È La Storia.

LA MIA OPINIONE:

In questo libro ci sono due degli elementi che più amo trovare nei romanzi: la storia nella storia e i cuori spezzati. Questo mi ha inevitabilmente ben predisposta alla lettura di questo romanzo, che non ha deluso le mie aspettative e mi ha dato la conferma che Reika Kell è un’abile narratrice che sente davvero, e nel profondo, le storie che racconta. “Petali dalla luna” è un libro scritto col cuore in ogni pagina, sia in quelle dedicate a Isa che nel “romanzo nel romanzo”, il vero e proprio “Petali dalla luna”. Ho adorato entrambe le parti, che si mescolano perfettamente senza creare smarrimento nel lettore. Leggerò sicuramente altro di questa autrice perché è in gamba e, soprattutto, è originale. Il che è qualcosa che ultimamente non è facile riscontrare. Brava!

LA TRAMA:

Federica è una giovane donna ambiziosa e appagata dalla quiete di una vita familiare priva di turbamenti. Fino alla nascita del suo secondo bambino, Mattia, quando con la scoperta della rara cardiopatia congenita di cui è affetto il bambino, crollano inesorabilmente tutte le sue convinzioni con un percorso quotidiano vissuto tra le mura di un ospedale pediatrico nella periferia di Torino. Dopo quell’istante l’esistenza della protagonista si lega inesorabilmente all’attesa e alla speranza: la sua solitudine è affiancata da un coro di voci e di volti, come quello di Martina, una donna incapace di gestire il dolore e quello di Paola, più tenace e guerriera difronte alla malattia di suo figlio. Ma se a liberare la sua mente dall’inganno fosse proprio chi ha pagato il prezzo più alto?

LA MIA OPINIONE:

Questo libro è una tempesta di vento che ti travolge alla prima pagina e ti conduce con sé fino all’ultima. Un libro che grida sottovoce, senza esagerare, e che racconta il dolore di Federica, una madre alle prese con il problema cardiovascolare del suo piccolo Mattia. Mattia è il secondo figlio, quello che non avrebbe mai pensato potesse arrivare, quello che non aveva cercato e che ha poi accolto abbracciandolo a sé con tutto l’amore di cui una madre è capace.

E nella profondità di questo tema

si inseriscono altri aspetti non meno importanti: il legame con le proprie radici, il marchio del sud inciso sul cuore anche nei freddi inverni piemontesi, il potere della solidarietà femminile, di un autentico affetto che riesce a sbocciare anche tra i rovi delle difficoltà. La scrittura di Anna Alagi scorre come un fiume che non incontra ostacoli, risultando un lavoro di ispirazione e slancio creativo, in cui non si avvertono sforzi. È un romanzo profondo, originale già a partire dal titolo, poetico nella prosa, doloroso ma colmo di luce e speranza. Mi è piaciuto moltissimo.

LA TRAMA:

Jean-Baptiste Grenouille, nato il 17 luglio 1738 nel luogo più puzzolente di Francia, il Cimetière des Innocents di Parigi, rifiutato dalla madre fin dal momento della nascita, rifiutato dalle balie perché non ha l’odore che dovrebbero avere i neonati, anzi perché «non ha nessun odore», rifiutato dagli istituti religiosi, riesce a sopravvivere a dispetto di tutto e di tutti. E, crescendo, scopre di possedere un dono inestimabile: una prodigiosa capacità di percepire e distinguere gli odori. L’ambizione di Grenouille non è quella di arricchirsi, né ha sete di gloria; persegue, invece, un suo folle sogno: dominare il cuore degli uomini creando un profumo capace di ingenerare l’amore in chiunque lo fiuti, e pur di ottenerlo non si fermerà davanti a nulla.

LA MIA OPINIONE:

Non sono il tipo che arriccia il naso di fronte ai romanzi disturbanti, e infatti mi è piaciuto. Se qualcosa non mi ha permesso di dare il massimo del punteggio è sicuramente la coerenza interna, quella disarmonia che mi è sembrato di cogliere qui e lì. L’idea in sé è geniale, molti sono i messaggi che l’autore vuole trasmettere, eppure qualcosa mi ha impedito di valutarlo col massimo. Questo perché, a livello di pura piacevolezza, non mi è piaciuto. Non è stato divertente leggerlo, e credo che questo valga per tutti. Tuttavia, un romanzo non deve essere necessariamente piacevole per essere di valore. Questo è un libro di valore. Non lo rileggerei neanche sotto tortura, ma va bene così. La letteratura non è sempre intrattenimento.




LA TRAMA:

Kevin Thunder grew up with a double – a boy so uncannily like him that they were mistaken for each other at every turn. As children in 1960s Dublin , one lived next to Bram Stoker’s house, haunted by an imagined Dracula, the other in the more refined spaces of Palmerston Park. Though divided, like the city itself, by background and class, they shared the same smell, the same looks, and perhaps, as he comes to realize, the same soul. They exchange identities when it suits them, as their lives take them to England and America, and find that taking on another’s personality can lead to darker places than either had imagined.

LA MIA OPINIONE:

È il primo romanzo ambientato a Dublino che ho letto da quando sono qui. Mi è capitato spesso di leggere libri ambientati a Bari e questa è la mia prima volta con la capitale irlandese. È stato bellissimo riconoscere tutti i luoghi citati, da Dun Laoghaire a Fitzwilliam square, dal St. Stephen’s Park a Leopardstown. Il romanzo in sé è un pageturner e, pur sfruttando un tema già molto usato quale è quello del doppio, riesce comunque a risultare originale. Una bella scoperta.

LA TRAMA:

Like a lot of young women, Tiffany Smiling had been assured that the path to fulfillment looked like the one she’d seen in her favorite movies: She’d be swept away by a soul mate, live in a southern estate, and start a family.

But Tiffany’s story unfolded quite differently.

LA MIA OPINIONE:

È chiaramente un libro di Christian non-fiction, tuttavia penso che possa essere davvero letto da chiunque, a prescindere dal proprio credo. Vi si legge della terribile malattia che Tiffany ha dovuto affrontare, della speranza che l’ha portata a non mollare mai, del sostegno della sua famiglia. Credo sia importante leggere testimonianze come queste per rendersi conto di quanto siamo fortunati a poterci reggere in piedi e a svegliarci ogni giorno. Scritto molto bene, col cuore e con grande delicatezza.



I telefilm di B.

Questo mese nessuna novità in casa Tv series: sono semplicemente andata avanti con i telefilm che già stavo (ri)vedendo.

Ho completato proprio ieri l’ottava stagione di How I met your mother e ho iniziato la nona. Continua a sembrarmi una serie molto realistica, ben fatta e perfettamente in equilibrio tra lacrime e risate. Esattamente il genere di serie (e di film) che ho sempre amato.

Più a rilento procede il mio re-watch di Friends, per semplici motivi di tempo. Sono alla fine della prima stagione e continuo a notare quanto questo telefilm sia stato una pietra miliare nel mondo delle serie TV. Mi sembra impossibile che non l’abbiate mai visto ma, se questo è il caso… be’, una bella maratona è proprio ciò che fa al caso vostro.

 

3 risposte a “Libri, film, telefilm: Febbraio 2018”

  1. Anche a me hanno detto le stesse cose su Profumo, per quello non l’ho ancora letto. Con Netflix in effetti c’è la tentazione di rivedersi le serie vecchie (anch’io ho ricominciato a guardare Friends, ma do la precedenza a quelle nuove quindi sto andando molto a rilento)

  2. In effetti, ti consiglio di aspettare il momento giusto per leggerlo. È obiettivamente un romanzo disturbante. Se l’avessi letto in un momento di forte stress o tristezza, non l’avrei sopportato. Eheh per Netflix ti capisco. Io sono una lumaca. Mi sto costringendo a guardare al massimo due serie alla volta, altrimenti divento dispersiva, le voglio seguire tutte e alla fine non ne seguo nessuna 😛

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